Home - L`Artigiano Comasco

CULTURA E SOCIETA`

Investire nella formazione tecnica per investire nel futuro

Intervista al Dirigente Scolastico della Scuola Magistri Cumacini, Laura Francesca Rebuzzini

L` I.T.I.S. Magistri Cumacini è una delle più grandi e delle più qualificanti scuole superiori della città di Como.

L` I.T.I.S. Magistri Cumacini offre due anni di corso per completare l’educazione di base e, successivamente, dà la possibilità con il triennio di specializzazione di scegliere fra i quattro corsi di studio disponibili:

·         Costruzioni, Ambiente e Territorio

·         Elettronica ed Elettrotecnica

·         Informatica e Telecomunicazioni

·         Meccanica, Meccatronica ed Energia

 

1.Prof.ssa Rebuzzini, quali sono i punti di forza dell’Istituto Tecnico Industriale “Magistri Cumacini”?

La Magistri è un istituto che apre due strade agli studenti diplomati: il proseguimento verso l’istruzione universitaria e l’inserimento nel mondo del lavoro, con un bagaglio di competenze nell’area matematica-scientifica-tecnica molto elevato e ricercato dalle aziende; la richiesta dei nostri studenti da parte delle aziende supera ogni anno di gran lunga il numero dei diplomati, in tutti e quattro i nostri indirizzi. La Magistri garantisce agli studenti una solida base nell’area scientifico-tecnologica, acquisita e consolidata tramite un ampio utilizzo della didattiche in laboratorio, che permette agli studenti di affrontare efficacemente diversi percorsi universitari, ma che al contempo è subito spendibile nel mondo del lavoro. Oltre al suo ambito specifico, la scuola cura la crescita degli studenti come cittadini attivi, consapevoli e responsabili, potenziando anche l’ambito linguistico-umanistico, con progetti di approfondimento nell’area storica-filosofica collegati all’attualità  e con corsi extrascolastici per le certificazioni linguistiche di inglese e di tedesco. Allo sviluppo della persona umana e all’educazione civica degli studenti contribuiscono tutte le discipline; ad esempio quest’anno alcune classi hanno sperimentato, all’interno dello ore di italiano e inglese, la metodologia del “debate”, che insegna ad argomentare, dibattere, organizzare le informazioni e sviluppare il senso critico. Con grande impegno, i docenti seguono e stimolano gli studenti ad un apprendimento attivo, curano le eccellenze e sviluppano la competenza del saper lavorare in squadra, anche grazie alla partecipazione a gare e concorsi in tutti gli ambiti, dalla matematica ai settori tecnici; la risposta degli studenti a queste attività è ampia e apprezzata.

 

2. Dare vita a un sistema educativo e formativo sempre più in grado di favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e, in una prospettiva più di lungo termine, contribuire a costruire un sistema economico competitivo e un territorio capace di attrarre talenti e investimenti. La vostra scuola si riconosce in questo obiettivo? 

Certamente. Come già detto, sia nell’apprendimento quotidiano delle discipline attraverso una didattica che lascia molto spazio alla metodologia laboratoriale (mediamente 9 ore settimanali al triennio si svolgono in laboratorio), sia attraverso i diversi progetti, anche in collaborazione con le aziende del territorio o con gli enti locali, i ragazzi sviluppano oltre che le competenze disciplinari, comunicative e tecnico-professionali, anche le competenze personali e relazionali, le “soft-skills”, ovvero quelle competenze, indispensabili per inserirsi in un ambiente lavorativo, come ad esempio il saper lavorare in gruppo, il saper decidere e operare in autonomia, il saper gestire e organizzare le tempistiche di lavoro. Anche attraverso il confronto all’interno del Comitato Tecnico Scientifico della scuola, che vede seduti allo stesso tavolo i docenti e i rappresentanti del mondo imprenditoriale, si stanno implementando delle strategie e proposte, affinchè il mondo scolastico e il mondo del lavoro possano colloquiare e rispondere alle esigenze reciproche. La Magistri ha già in essere diverse collaborazioni con le aziende ed enti del territorio, dai tirocini aziendali all’interno dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, ai percorsi di specializzazione nelle academy create da associazioni di aziende (ad esempio con la realtà di Roadjob), alla proposta di corsi di post-diploma in apprendistato. 

 

3.Perché oggi più che mai è importante possedere una formazione tecnica?

Leggiamo ormai quasi giornalmente sulla stampa nazionale che  le professioni più ricercate nel futuro prossimo saranno nel settore ingegneristico, con particolare riferimento alla trasformazione digitale e all’ecosostenibilità. Tali previsioni sono supportate e confermate dalle ricerche nel settore, basti citare l’indagine costantemente aggiornata Excelsior di Unioncamere che registra tra le professioni con maggiore difficoltà di reperimento quelle del settore elettrotecnico, meccanico e delle costruzioni. Inoltre un ruolo sempre più cruciale è assunto dalle discipline “trasversali”, che pervadono tutti i settori, come l’automazione e l’informatica. La società e le nuove generazioni di studenti non possono trascurare questa analisi, al fine di contribuire allo sviluppo socio-economico del paese e alla realizzazione personale degli individui, con l’inserimento in un comparto lavorativo coerente con gli studi effettuati. La nostra scuola, con i quattro indirizzi nel settore tecnologico e le due nuove articolazioni di automazione e di energia, attivate negli ultimi anni, è in prima linea su questo fronte. Per i docenti delle discipline tecniche si tratta di una grossa sfida di aggiornamento continuo per fornire agli studenti un’offerta formativa di qualità.

 

4. Le attuali circostanze di emergenza e di distanziamento spaziale hanno restituito al comparto educativo una diffusa consapevolezza del proprio valore e del proprio insostituibile ruolo. Come avete affrontato e come state affrontando, voi e i vostri alunni, questi mesi di recrudescenza della pandemia?

C’è stato un impegno fattivo e una collaborazione attiva da parte di tutti, docenti e personale amministrativo tecnico e ausiliario operante a scuola e anche studenti e famiglie, per l’applicazione e il rispetto delle regole previste per la gestione organizzativa dell’emergenza. L’istituto ha sempre cercato anche lo scorso anno, quando la situazione era più critica, di mantenere attivo il canale delle attività laboratoriali in presenza, che caratterizzano e qualificano la nostra scuola. La didattica a distanza, nei periodi dei lockdown, è servita a mantenere i contatti tra docenti e studenti e proseguire l’azione educativa, evitando l’isolamento. Le attività in presenza favoriscono le relazioni personali ed emotive e il benessere psico-fisico, che costituiscono condizioni essenziali per l’apprendimento.

 

5. La pandemia ha portato anche un’accelerazione del processo di rinnovamento che era già in corso e che ha dimostrato una straordinaria capacità di reazione, caratterizzata da una progressiva digitalizzazione, sviluppando soluzioni tecnologiche da remoto per supplire alla didattica in presenza. “Un Paese che non investe in formazione, è un Paese che non scommette sul proprio futuro”, ha aggiunto Guindani. La vostra scuola si sta sempre più focalizzando all’implementazione delle competenze del futuro  (competenze digitali e le discipline scientifico-tecnologiche), più di quanto non facesse da sempre?

La necessità di ricorrere all’informatica ha sicuramente accelerato e favorito, da parte di tutti e in tutti gli ambiti scolastici, l’avvicinamento ai processi di digitalizzazione che comunque possono semplificare e migliorare la nostra vita quotidiana, facendoci risparmiare tempo. Per le segreterie scolastiche, ad esempio, la digitalizzazione ha anche favorito lo scambio di informazione e facilitato la gestione dei documenti amministrativi. Per quanto riguarda la didattica, l’impiego del digitale ha aperto molte prospettive interessanti che andranno sviluppate ed incanalate nelle giuste modalità al fine di superare le metodologie esclusivamente trasmissive del sapere: ad esempio  l’opportunità di integrare le risorse in rete anche interattive nella didattica usuale, con la progettazione di lezioni con classe-capovolta, oppure  nuove possibilità nella formazione dei docenti e il  miglioramento della trasmissione delle comunicazioni scuola-famiglia.

La nostra scuola operando in quattro indirizzi del settore tecnologico ha per vocazione e prevede abitualmente lo sviluppo delle competenze digitali, ad un livello base per tutti gli studenti nel biennio e con un alto grado di approfondimento nel triennio, per gli studenti che scelgono l’indirizzo informatico (le ore dedicate a discipline informatiche sono in questo caso 17 su 32 ore settimanali); negli ultimi anni, oltre agli aspetti prettamente didattici, si è posto l’accento sullo sviluppo delle competenze di cittadinanza digitale per un uso consapevole delle risorse in rete e partecipazione attiva alla società online.

 


A cura di Ylenia Galluzzo